“Sono tempi duri”, “Sono sempre gli stessi che ne fanno le spese”, “Cosa aspettiamo per mettere tutto a fuoco e fiamme?”.
E bla, bla e blablabla. È sempre la stessa solfa che sale dai banconi dei bar e dai posti di lavoro. Tutti dicono la propria sul disastro quotidiano che ci colpisce, ciascuno ha la propria idea per una migliore gestione del paese, ma nessuno si mette all’opera per davvero. E poi si va a votare, ci si rassegna e si vota ancora. Che il bastone si chiami Partito Socialista, UMP [destra, NdT], Front National o Front de Gauche, in fondo che differenza fa? La carota sarà sempre la stessa… Allora aspettiamo, ci diciamo che i giorni cattivi finiranno, che da qualche parte, nei sotterranei dell’universo, un miracolo è in gestazione, che un politico provvidenziale verrà a salvarci da questo merdaio, il messia, l’apocalissi, che il denaro ci offrirà quella libertà che non abbiamo mai assaggiato, che delle alternative ci permetteranno di vivere al di fuori di questo mondo, che ci sarà un altrove in cui guarire dal qui, un paradiso futuro per dimenticare l’inferno del quotidiano, delle sue abituali oppressioni che si chiamano lavoro, controllo, reclusione e frontiere.
Ma troppe sono le parole, troppe le gesticolazioni inutili, la vita è troppo corta per tutto ciò, adesso bisogna far esplodere i fili spinati che circondano i nostri immaginari, bisogna passare all’attacco.
Quelli che sono responsabili di questa società carcerale sono della nostra stessa costituzione, sono fatti di carne ed ossa, hanno nomi ed indirizzi, le loro strutture si trovano all’angolo della strada. Che costruiscano le prigioni pensate per domarci, che ci lavorino, che partecipino alla nostra miseria estorcendoci degli affitti, facendoci lavorare, prendendoci per fessi, cercando di addomesticarci. Tutti costoro vedono bene che, per cambiare l’ordine delle cose, basterebbe constatare che la vita è troppo breve per passare il proprio tempo a piegare la schiena. Solo i dominati non se ne rendono conto?
Allora sì, la vita è breve, troppo breve per questa noia abissale, per questa vita di miseria sotto il sole nero del dominio, i piedi impantanati nel suolo freddo del capitalismo. Che almeno essa sia intensa e di una vivacità selvaggia. Che almeno ci liberiamo dalla rassegnazione e dalla paura che questo mondo ci impone.
Prendere la propria vita in mano è attaccare tutti i poteri !
Per un mondo senza Stato né denaro.
Per l’insurrezione.
Per l’anarchia.
[manifesto trovato sui muri di Parigi, novembre 2013]